A causa dell’emergenza idrica stanno soffrendo territori storicamente ricchi d’acqua come la Valpolicella. Corre ai ripari la Cantina Valpolicella Negrar che ha deciso di adottare alcune soluzioni sostenibili per ottimizzare la gestione dell’acqua ed evitare gli sprechi:
«E’ una strategia fondamentale perché la scelta di realizzare nuovi pozzi per l’irrigazione non è la soluzione ottimale in un periodo dove l’acqua sta diventando un bene in fase di esaurimento», afferma Claudio Oliboni, il tecnico di campagna della cantina.
Cantina Valpolicella Negrar controlla l’intera filiera produttiva degli oltre 700 ettari di vigneto dei 244 soci e produce più di 9 milioni di bottiglie all’anno. Per mantenere alto il livello produttivo e la qualità anche in un momento di crisi idrica, sono state adottate buone pratiche agronomiche anti-spreco in vigna: la prima manovra salva-acqua è conservare le viti vecchie perché le piante vecchie sopportano meglio la carenza idrica rispetto gli impianti giovani grazie all’apparato radicale ben sviluppato. Cantina Valpolicella Negrar ha, a questo proposito, ancora delle vigne “monumentali”. Nei nuovi impianti, si privilegia la scelta di portinnesti con sviluppo radicale fittonante e ben espanso.
La conservazione della sostanza organica nel suolo è la seconda strategia: funge da assorbente per l’umidità, cattura l’acqua piovana o di irrigazione e la cede poi con gradualità alle radici; favorisce la presenza di micro-organismi che interagiscono con le radici delle piante, e migliora la loro efficenza. Per ottenere questo obiettivo, si interviene anche con l’impiego dei fertilizzanti di origine organica.

Importante anche l’inerbimento per ridurre la superficie di terreno nudo esposto alle elevate temperature e non esporre le radici delle viti a stress da calore. Lo sfalcio viene fatto dopo che le essenze erbacee hanno superato la fase di fioritura, in modo che sia presente una componente maggiore di lignina rispetto alla cellulosa, per cui la loro decomposizione è più lenta e viene favorito l’accumulo di sostanza organica nel suolo. Quindi: pochi sfalci (2/3 l’anno) e, se la stagione è molto secca, si possono sostituire o integrare con una “rullatura” che piega gli steli sul suolo fungendo da pacciamatura organica.
La lavorazione del sottofila è un’importante pratica per il suolo sotto i filari che viene inerbito nel caso di piante adulte, mentre con i nuovi impianti o vigneti giovani va bene la lavorazione superficiale, in quanto interrompe la risalita capillare dell’acqua, riduce l’evaporazione e stimola lo sviluppo radicale delle viti in profondità.
L’ultima strategia è l’uso parsimonioso dell’irrigazione. E’ fondamentale non eccedere mai con la distribuzione di acqua, perchè stimola la crescita vegetativa e «abitua» la pianta ad essere più sensibile qualora questa inizi a mancare. Quindi, bene l’impiego dell’irrigazione a goccia, usata dai soci della cantina anche in pianura, in sostituizione di quella a scorrimento e a pioggia.
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