Manuel Cavazza, responsabile Area Ambiente Georicerche Srl, ha tracciato un excursus sulla normativa dal 2003 a oggi, in materia di autorizzazioni agli impianti di fonti rinnovabili.
«Noi ci occupiamo fondamentalmente di valutazione d’impatto ambientale e della fase di cosiddetto permitting: abbiamo quindi la formazione e le competenze necessarie per mettere a terra le volontà dei proponenti, in questo caso riguardanti l’installazione di energia rinnovabile. Ci troviamo quindi ad affrontare quotidianamente i problemi legati alla burocrazia e alla normativa, che ancora oggi non è chiara ed è molto labirintica».
Excursus sulla normativa legata alle fonti rinnovabili
«Il percorso della normativa inizia nel 2003, con il Decreto 387 che ha iniziato a regolamentare i vari tipi di autorizzazione e le varie casistiche di impiantistica relativa alle fonti rinnovabili. Da lì, per quasi una decina di anni la normativa è rimasta tale, fino a un’evoluzione nel 2011 con un decreto legislativo, il numero 28, per poi avere una quietanza fino allo sprint degli ultimi due anni, che ha portato a una serie di decreti legge poi convertiti in leggi ordinarie che hanno rivoluzionato la materia, soprattutto per quanto riguarda le autorizzazioni. Fino al 2021 gli impianti superiori al megaWatt di installazione erano di competenza regionale: da quell’anno in poi, la competenza è stata declinata ai Comuni, che però in questo frangente sono stati lasciati un po’ soli e non guidati. Questo ha comportato inevitabili frizioni e rigidità che non si stanno risolvendo».
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