I gestori idrici europei a proprietà pubblica si sono riuniti a Vila Nova de Gaia, in Portogallo per il consiglio di amministrazione di Aqua Publica Europea. Focus dell’incontro le varie possibilità del riuso delle acque reflue in agricoltura e il confronto con la commissione europea sulla proposta adottata a fine ottobre scorso per aggiornare le norme sulla raccolta e il trattamento dei reflui urbani.
«Il riuso delle acque depurate in agricoltura è uno degli approcci preventivi nella gestione dell’acqua e rappresenta una delle possibili soluzioni per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento nei periodi di siccità», spiega Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi e componente del CDA di Aqua Publica Europea. Stando ai dati contenuti in una recente indagine di Utilitalia, il potenziale delle acque depurate in Italia sarebbe enorme: nove miliardi di metri cubi all’anno, sfruttato però solo per il 5%.
«Per realizzare questo obiettivo servono però modelli di agricoltura sostenibili molto diversi dagli attuali», aggiunge Mantovanelli. Tra le tematiche trattate anche quelle legate all’inquinamento e a uno dei nuovi princìpi della direttiva europea sulle acque reflue che prevede la possibilità di riversare i costi dei trattamenti non su tutta la comunità, come accade adesso, ma a chi è causa del problema.
Appuntamento clou dell’agenda di Ape per il 2023 l’assemblea annuale che per la prima volta nella sua storia si terrà a Verona (29 e 30 giugno).
«Un evento molto importante per la città – conclude Mantovanelli – con focus sullo smaltimento dei fanghi della depurazione e sull’attività di contrasto ai Pfas, per garantire i miglior standard di qualità dell’acqua».
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