Verona città di turismo e servizi, o serve una manifattura forte?

È iniziata ieri a Veronafiere la 57^ edizione di Marmomac. La città può vivere di turismo e servizi, o serve ancora un settore industriale e manifatturiero forte? Ne parliamo con il tema del giorno di oggi di Daily Verona.

Marmomac 2023
Marmomac 2023

Si è aperto ieri a Verona Marmomac, 57^ edizione. Il salone di Veronafiere si apre nel segno di un’internazionalità record, che altre poche rassegne business possono vantare. A Marmomac 2023, infatti, su 1.507 aziende espositrici presenti, il 68,5% proviene dall’estero, da 54 nazioni, mentre gli oltre 50mila operatori professionali attesi, si sono accreditati da più di 140 paesi.

La filiera tecno-marmifera italiana, secondo i dati del centro studi di Confindustria Marmomacchine, conta più di 3.200 aziende e 34.000 addetti, un fatturato di 4,5 miliardi di euro, un valore delle esportazioni di 3,2 miliardi di euro, con un saldo commerciale annuo attivo di quasi 2,8 miliardi.

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L’export veronese

Con 7,8 miliardi di esportazioni nel I semestre di quest’anno Verona anche stavolta supera la media veneta (+3,2%) e nazionale (+4,2%) con un +5,9% rispetto al I semestre 2022. Lo dicono dati recenti del Servizio Studi e Ricerca della Camera di Commercio di Verona.

I dati crescono per macchinari, alimentari, tessile/abbigliamento e ortofrutta. Sono in flessione marmo, calzature, vino, termomeccanica e mobili. Il vino registra un lieve arretramento. «L’export rimane, quindi, uno dei principali motori di crescita della provincia veronese» commentava il presidente della Camera di Commercio di Verona, Giuseppe Riello.

SettoreValore (in milioni di euro)Variazione rispetto al I semestre 2022
Agroalimentare1.200+17,6%
Vino577-1,4%
Ortofrutta357+15,3%
Macchinari1.500+12,2%
Tessile/Abbigliamento826+11,5%
Calzature238-4,6%
Marmo214-9,7%
Termomeccanica62-9,6%
Mobili49-6,2%
Altre merci e servizi2.900+0,9%
Export provincia di Verona nel primo semestre 2023

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Il primo trimestre 2023 negativo per l’industria

Luci e ombre per la produzione industriale veronese. Dopo il rallentamento subito nel 4° trimestre dello scorso anno, infatti, nei primi tre mesi del 2023 è incerta la tendenza della produzione veronese. Anche se 7 aziende su 10 indicano una situazione di crescita o stazionarietà, l’indicatore della produzione industriale per il primo trimestre entra in campo negativo registrando complessivamente -0,93%. Le previsioni si mantengono sulla stessa scia (-1,3%).

Migliora la capacità produttiva, cresce il numero di aziende per cui è normale o soddisfacente (80% nel 1° trimestre vs. 73% nel 4° trimestre). Positiva anche l’occupazione, che accelera (+1,26%) rispetto all’ultima rilevazione in cui era piatta.

«I numeri parlano chiaro, l’attività sta frenando, quello che fino ad oggi mi arrivava come indicazione da molti colleghi trova un riscontro chiaro nei numeri» diceva a giugno Raffaele Boscaini, Presidente di Confindustria Verona. «I settori sono coinvolti in modo diverso e con notevoli differenze ma le imprese che producono packaging, che è un settore preciclico, non ci danno buone notizie. Un altro segnale negativo lo riscontriamo dall’aumento delle richieste e dell’utilizzo della cassa integrazione in netta controtendenza rispetto al 2022».

Raffaele Boscaini
Raffaele Boscaini, presidente Confindustria Verona

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Con la cultura si mangia (ma è sufficiente?)

Il settore produttivo culturale veronese vale 1,6 miliardi di euro con 4.554 imprese, impiega quasi 27mila persone ed è in crescita del 7,3% rispetto al periodo pre-pandemico.

Verona secondo il Rapporto 2023 “Io sono Cultura, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, è la decima provincia italiana per valore aggiunto del comparto, che è pari al 5,3% del valore aggiunto provinciale.

Dante Alighieri Scuola Estiva internazionale in Studi danteschi
La statua di Dante Alighieri in Piazza dei Signori, a Verona

«Le prospettive dell’industria culturale – spiega il Presidente della Camera di Commercio di Verona, Giuseppe Riello – a Verona sono interessanti, ma complesse. Da un lato, abbiamo un ricco patrimonio culturale e artistico che può continuare a attrarre turismo e interesse internazionale. Settori come il turismo culturale, l’arte, e il design hanno il potenziale per crescere ulteriormente. La crescente adozione di tecnologie digitali potrebbe anche aprire nuove opportunità per la fruizione e la distribuzione dei contenuti culturali».

«D’altro lato – continua Riello – ci sono sfide da affrontare, come la necessità di investimenti in infrastrutture culturali, la protezione e la conservazione del patrimonio storico, l’innovazione nei processi creativi e la promozione dell’arte contemporanea. Inoltre, l’industria culturale deve competere in un contesto globale, quindi è cruciale investire in marketing, promozione e reti internazionali».


Marmomac, vetrina del settore lapideo

Secondo i dati ufficiali di settore elaborati dal Centro Studi di Confindustria Marmomacchine nel 1° semestre 2023 le esportazioni complessive della filiera lapidea italiana – comprendendo sia i materiali che le relative tecnologie d’estrazione e lavorazione – si sono confermate sui livelli record del 2022 (+0,1%), attestandosi a 1.566,3 mln di euro.

Lo scorso anno il comparto aveva infatti fatto segnare il nuovo massimo storico di export, che aveva raggiunto il valore di 3.267 mln, con un incremento del +8,9% rispetto al 2021 e del +11,8% rispetto ai livelli del 2019, prima della crisi pandemica.

Nel dettaglio, i dati relativi ai primi sei mesi del 2023 mostrano una sostanziale tenuta delle esportazioni italiane di marmi, travertini, graniti e pietre naturali in genere, che si sono confermate poco al di sotto (-2,6%) dei valori di gennaio-giugno dello scorso anno, toccando i 1.010 mln di euro. Si segnala che nell’intero 2022 le vendite complessive della nostra industria lapidea – comprendendo sia i grezzi che i lavorati – erano cresciute del 13,1% su base annua, raggiungendo il massimo storico di 2.131,8 mln.


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