Studio Folin, le criticità rilevate da Confcommercio Verona

Un'eccessiva offerta di strutture ricettive in centro storico, possibili ripercussioni sul medio-lungo termine, una posizione poco ottimale dal punto di vista logistico e dei parcheggi. Sono alcune delle criticità emerse venerdì mattina nella conferenza stampa di Confcommercio e Federalberghi-Confcommercio Verona sullo Studio Folin.

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Un momento della conferenza stampa di venerdì. Da sinistra: Cavara, Sboarina, Arena e Dal Dosso.

Confcommercio Verona e Federalberghi-Confcommercio Verona dicono no alla realizzazione di nuovi alberghi in Centro senza una preventiva pianificazione: è quanto emerso nel corso della conferenza stampa di venerdì mattina, nella sede di Confcommercio Verona, in cui il presidente Paolo Arena, il direttore Nicola Dal Dosso e il presidente degli Albergatori di Confcommercio Giulio Cavara si sono soffermati, in particolare, sullo “Studio Folin”, auspicando l’apertura di un ampio confronto sul progetto. Presente anche il sindaco di Verona Federico Sboarina.

Confcommercio Verona e Federalberghi Verona non sono contrarie a priori a nuovi investimenti nel settore recettivo, purché questi abbiano come presupposto: dati aggiornati e affidabili, valutando le reali opportunità per non inflazionare ulteriormente un mercato che già prima dello scoppio della pandemia evidenziava preoccupanti segnali di cedimento; essere intrapresi all’interno di un disegno generale, il che può avvenire solo mettendo mano ad un nuovo Pat e conseguentemente ad un nuovo piano degli interventi, escludendo singoli interventi in deroga estemporanei ed in ordine sparso come avverrebbe invece con la scorciatoia dello “Sblocca Italia”; essere adottati seguendo procedure trasparenti. Per questo è stato deciso di aprire un tavolo di confronto con l’Amministrazione comunale, che detiene la titolarità sulle scelte urbanistiche cittadine.

Le criticità rilevate da Confcommercio e Federalberghi-Confcommercio Verona

Sull’ipotesi di realizzare un albergo cinque stelle superior in via Garibaldi, Confcommercio e Federalberghi-Confcommercio Verona affermano che «senza un piano e senza un disegno, l’intento originario verrebbe annichilito, spezzettato, svilito e ciò che rimarrebbe apparirebbe solo una mera speculazione immobiliare, ben diversa dall’obiettivo originario».

La posizione poco strategica

Lo “Studio Folin” ipotizzava infatti in Via Garibaldi un nuovo albergo da 140 camere collegato a un nuovo centro congressi di cui nessuno parla più: «Quell’idea – è stato detto in conferenza stampa – non regge rispetto a un’offerta congressuale già dimensionata in città e nella cintura dei Verona (basti pensare a Fiera, Gran Guardia o Cattolica center) e che lo è ancora di più alla luce degli effetti deflagranti dell’emergenza Covid. Ulteriore elemento negativo di un centro congressuale nel sito ex Unicredit, inoltre, è rappresentato dal fatto che è privo di posti auto e molto distante da tutti i parcheggi pubblici, del tutto inadeguato sul piano logistico».

Il progetto, è stato ricordato in conferenza stampa, punta ad avvalersi della “scorciatoia” del cosiddetto “Decreto Sblocca Italia”: «Una procedura di approvazione che sembrerebbe poter scavalcare totalmente sia il Pat che il Piano degli Interventi, incapsulando un intervento di tale entità e di tale impatto in una semplice richiesta di “Permesso di costruire in deroga” come se si trattasse di una qualsiasi pratica edilizia presentata da un qualunque privato», è stato il concetto espresso da Arena, Dal Dosso e Cavara

L’eccessiva offerta ricettiva già presente

Per Confcommercio e Federalberghi Verona «serve tempo e condivisione per fare le cose bene e in modo giusto, anche alla luce del fatto che nel frattempo, successivamente allo Studio del Prof Folin, a Verona è già stata autorizzata la realizzazione di diverse nuove grandi strutture alberghiere che porteranno un incremento di centinaia di camere». Il tutto mentre l’offerta è già sovradimensionata: «In base ai dati reali rilevati da Confcommercio Verona e Federalberghi Verona, l’occupazione media è del 79% in centro e del 62% fuori dal centro; e soprattutto, essa non raggiunge mai il 100% nemmeno nei picchi massimi di altissima stagione. E questo, si badi, attenendosi ai dati del 2019 quindi del mercato pre-covid, rilevati da H-Benchmark, in un’annata di crescita e di mercato particolarmente buono».

Il centro storico di Verona è saturo di alberghi: anche volendo considerare solo quelli sopra la linea dell’Adigetto, sono almeno 15, più del doppio di quelli considerati nello studio Folin. E tre di questi alberghi (per un totale di quasi duecento camere) sono cinque stelle (e a essi è in procinto di aggiungersi un quarto in esito alla ristrutturazione di un quattro stelle attualmente in corso). Lo studio, inoltre, non riporta la situazione dell’extra alberghiero in centro storico, che conta circa duemila e 600 appartamenti (Fonte: Airbnb, Booking.com). I numeri forniti in conferenza stampa parlano chiaro: i 69 alberghi attualmente esistenti a Verona corrispondo a un totale di circa tremila e 600 camere; gli alberghi del centro da soli sommano circa mille camere; a questi si affiancano oltre duemila e 600 appartamenti in locazione turistica cui si aggiungono ancora Bed & Breakfast e alloggi turistici.

I possibili effetti negativi sul medio-lungo periodo

Lo studio del Prof. Folin, peraltro, è stato spiegato successivamente in conferenza stampa, metteva esplicitamente in guardia rispetto al fatto che «in assenza di una logica di arricchimento funzionale del centro storico, un nuovo albergo potrebbe rivelarsi un errore, poiché muovendosi nella direzione di un mero soddisfacimento della domanda turistica esistente potrebbe rivelarsi finanziariamente corretto nel breve periodo, ma avere effetti nefasti per questa parte della città nel medio e lungo periodo». 

«Chi, con noi – hanno sottolineato in conferenza stampa Arena, Dal Dosso e Cavara – è autenticamente persuaso che sia necessario ragionare non su singoli interventi ma su tutto il futuro di Verona come vasta “area metropolitana”, a partire dalla valorizzazione dei tre asset strategici – Fiera, Fondazione Arena, e sistema infrastrutturale (Alta Velocità ferroviaria e Aeroporto) – non potrà non vedere l’esigenza di una nuovo grande progetto per la città. Quello di oggi pertanto vuole essere un punto di partenza per dare il via ad un ampio confronto con le parti economiche, gli Ordini, le associazioni, con il coinvolgimento della cittadinanza oltre che con la stessa Fondazione Cariverona».

Un momento della conferenza stampa di venerdì. Da sinistra: Cavara, Sboarina, Arena e Dal Dosso.

Sboarina: «Verona deve fare il salto di qualità»

«Ringrazio per l’invito e soprattutto per la proposta di un confronto perché lo sviluppo della città richiede il gioco di squadra – ha detto il sindaco Sboarina -. Anche sul tema sollevato apro volentieri un dibattito perché la visione della città c’è, su questa il Comune sta lavorando e va esattamente nella direzione indicata dal recente studio di Confindustria. Verona è attrattiva per gli investitori ed è stimata una crescita nel prossimo decennio a 300mila abitanti. Questo significa che dobbiamo fare il salto di qualità, quello che già stiamo facendo nelle infrastrutture, nel recupero urbano con gli investimenti nelle tante aree dismesse o con le grandi opere pubbliche come il Central park». 

«Così come nel dopoguerra, i padri nobili di Verona hanno creato lo sviluppo successivo, oggi siamo a un’identica svolta storica di rigenerazione – ha proseguito Sboarina -. Un processo che va a vantaggio di tutti e delle categorie economiche come la vostra, per farlo però servono velocità e sburocratizzazione. Per questo lo strumento urbanistico dello “Sblocca Italia” favorisce la crescita, al contrario del Pat che avrebbe tempi burocratici biblici. Non a caso il legislatore ha creato lo “Sblocca Italia” perché il mondo va veloce e i vari anni necessari per una variante urbanistica tolgono competitività alle città. Lo strumento urbanistico rende operative le scelte politiche, e sul Piano Folin sarà il Consiglio comunale a esprimersi facendolo sulla base dei documenti e dei progetti concreti. È in corso l’istruttoria degli uffici sulle richieste, che devono essere in linea con la visione che ho appena detto. Parallelamente – ha concluso il sindaco – c’è il tempo per il confronto con chi come voi vuole fare squadra per lo sviluppo di Verona».

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