Smart working, Errico: «Meglio definirlo “telelavoro”»

Lo smart working è un'alternativa al lavoro in ufficio di cui abbiamo sentito parlare molto quest'anno, ma nelle modalità in cui lo abbiamo sperimentato negli ultimi mesi sarebbe meglio definirlo "telelavoro". Ce ne parla Paolo Errico, presidente del Comitato della Piccola Industria di Confindustria Veneto e CEO di Maxfone.

Paolo Errico, presidente del Comitato della Piccola Industria di Confindustria Veneto e CEO di Maxfone, ha raccontato questa mattina ai microfoni di Radio Adige il suo punto di vista riguardo lo smart working e le prospettive di questa modalità lavorativa nel futuro italiano.

«Non dimentichiamo che non tutte le aziende hanno potuto utilizzare questa modalità, come nel caso del settore manifatturiero. Io sono abbastanza perplesso sul termine “smart working”, sarebbe meglio definirlo “telelavoro”».

Prosegue dicendo: «Noi lo abbiamo inteso come “lavoro da casa”, ma non si tratta di questo. La definizione di “smart working” non implica necessariamente lavorare a casa, ma soltanto lavorare in un ambiente diverso dall’ufficio. Catalizzare tutto il lavoro nell’ambiente domestico ha sicuramente ripercussioni non banali: è bene separare la realtà lavorativa da quella casalinga; chiaramente la situazione di lockdown ci ha costretti a ricorrere ad essere operativi da casa, ma questo non è smart working, è telelavoro, e può avere risvolti negativi nelle persone da un punto di vista psicologico».

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Sul piano economico «Dobbiamo avere il coraggio di dire quello che molti politici non dicono: si perderanno molti posti di lavoro. Alcune imprese e realtà saranno cancellate non per colpa dello smart working ma per il fatto che questa modello rappresenta un cambiamento temporaneo. Ci sarà un ridimensionamento per alcune attività, come nel caso della ristorazione, e ci saranno nuove opportunità smart, per esempio un aiuto concreto ai genitori nella gestione dei figli in didattica a distanza.

L’impatto su alcuni settori sarà senza dubbio notevole e niente sarà più come prima. Da questa esperienza dobbiamo essere consapevoli che per alcune attività lo smart working, fatto con le corrette attrezzature, può essere una soluzione integrativa, magari non sostitutiva. Torneremo in ufficio, ma dobbiamo abituarci all’idea che alcuni nostri colleghi potranno occasionalmente lavorare in un ambiente diverso».