Sei nuovi defibrillatori per Collis Veneto Wine Group

Il Consorzio cooperativo Collis Veneto Wine Group ha scelto di dotarsi di sei nuovi defibrillatori che sono stati posizionati nelle cinque cantine di proprietà e nella sede centrale a Monteforte d’Alpone.

soccorso dai passanti defibrillatore
Foto d'archivio di un defibrillatore.

Il Consorzio cooperativo Collis Veneto Wine Group, in ottemperanza alla legge 3 aprile 2001 n.120 sull’utilizzo (non obbligatorio) dei defibrillatori semiautomatici in ambiente extraospedaliero, in virtù di una cultura della prevenzione coltivata da sempre in azienda ha scelto di dotarsi di sei nuovi defibrillatori che sono stati posizionati nelle cinque cantine di proprietà e nella sede centrale a Monteforte d’Alpone.

«Compressioni toraciche e defibrillazione precoce sono i maggiori determinanti nel favorire la sopravvivenza da arresto cardiaco in sede extra-ospedaliera», così recitano le linee guida internazionali delle maggiori società scientifiche di riferimento che raccomandano la diffusione dei DAE (defibrillatori semiautomatici esterni) e la formazione di personale anche non sanitario al BLSD (Basic Life Support – Defibrillation).

Un defibrillatore di Collis Veneto Wine Group

Una raccomandazione che non è sfuggita alla società agricola consortile, articolata struttura che si estende fra le province di Verona, Vicenza e Padova, conta duemila soci, 232 dipendenti, cinque cantine di produzione, due fruttai dedicati all’appassimento delle uve pregiate e, con la controllata Cantine Riondo Spa, uno stabilimento per l’imbottigliamento e la logistica. Si è così deciso di prevedere un defibrillatore per cantina e uno nell’Head quater di Monteforte, considerato che la presenza in azienda di un defibrillatore facilmente accessibile, posizionato come un comune estintore, permette di assistere efficacemente il lavoratore colpito da arresto cardiaco improvviso, facendo passare le probabilità di sopravvivenza da meno del 5% a oltre il 50%.

Non solo, la presenza dei defibrillatori è stata segnalata all’autorità sanitaria competente dell’area perché i DAE si configurano come strumento di intervento di primo soccorso anche per il territorio circostante, per qualsiasi persona nei paraggi dovesse averne bisogno nell’impossibilità di un rapido intervento del 118 e quindi, per esteso, assume anche un servizio socialmente utile.

Gruppi invididuati di dipendenti del Consorzio hanno partecipato a un corso di formazione BLSD (Basic Life Support – Defibrillation) sulla sequenza delle manovre da compiere per intervenire in caso di arresto cardiaco. Il DAE, infatti, può essere usato anche da personale non sanitario perché riconosce senza errore i casi in cui la scarica è necessaria e non interviene se la terapia elettrica non è indicata con assoluta certezza. Pertanto non spetta al soccorritore fare la diagnosi, ma egli deve solo seguire le indicazioni dettate dalla macchina. 

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