Rinvio Vinitaly, Confagricoltura propone un evento sostitutivo

Confagricoltura propone un evento mix fra digitale e presenza per non perdere l'anno. Cia Verona segnala le difficoltà delle piccole aziende e Coldiretti lancia l'allarme sulla «perdita di valore del vino».

Vinitaly Veronafiere
Vinitaly. Foto Ennevi

È arrivata ieri sera la notizia del rinvio della 54esima edizione di Vinitaly. Veronafiere ha spostato l’evento al 10-13 aprile del 2022, condividendo la scelta con le organizzazioni e associazioni della filiera vitivinicola e agricola.

Sono confermati invece Opera Wine (19-20 giugno), Vinitaly Design international packaging competition (11 giugno), Vinitaly 5 Stars Wine The book (16-18 giugno), Vinitaly international Academy (21-24 giugno).

Confagricoltura: «Opportuno organizzare un evento sostitutivo in giugno»

Christian Marchesini
Christian Marchesini, viticoltori Confagricoltura Veneto

«L’annullamento del Vinitaly era nell’aria, dato che le condizioni pandemiche non avrebbero permesso uno svolgimento regolare della manifestazione. Credo però che sarebbe opportuno comunque tentare di organizzare un’edizione speciale in giugno, tra presenza e digitale, per non perdere anche il colpo del 2021». È il commento di Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Veneto.

«È doveroso un ringraziamento alla dirigenza dell’Ente Fiera per l’impegno profuso nell’organizzare eventi collaterali» sottolinea Marchesini. «Tuttavia credo che la mancanza dell’edizione 2021 del Vinitaly rimanga una grandissima perdita. Perciò sono convinto che, prendendo spunto anche dall’evento organizzato di recente dal Consorzio di tutela Valpolicella, in giugno si possa pensare a organizzare un Vinitaly in un mix tra digitale e in presenza, chiamandolo ad esempio Vinitaly New Edition, con tutte le aziende e i consorzi che vorranno partecipare. Potrebbe essere un’occasione per ricordare a tutti che l’Italia del vino c’è, il Vinitaly c’è e che il mondo del vino è sempre disponibile a organizzare eventi che sostengano il sistema vitivinicolo».

Aggiunge Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto: «Con la terza ondata del virus c’era il grande punto interrogativo sull’arrivo degli operatori stranieri e quindi la scelta di annullare la manifestazione, anche se dolorosa, era inevitabile. Due anni senza Vinitaly sono un colpo duro per il comparto, che sta già soffrendo per il blocco del canale Horeca. Gli eventi collaterali che verranno organizzati sono importanti, ma non sono ovviamente la stessa cosa. Auspichiamo perciò di ripartire a pieno ritmo nel 2022, mettendoci a disposizione per contribuire a quella che dovrà essere un’edizione davvero speciale, che dia grande risalto al mondo del vino italiano».

Piergiovanni Ferrarese
Piergiovanni Ferrarese

Aggiunge Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura Verona e Veneto: «Ringraziamo Veronafiere per la capacità di ascolto delle aziende in questi mesi di incertezza. I Giovani di Confagricoltura si mettono fin d’ora a disposizione per pensare a proposte concrete per quella che sarà l’edizione Vinitaly del 2022, che non potrà essere una copia del 2019, perché in questi due anni è cambiato il mondo, così come sono cambiati il mondo vinicolo e i consumatori».

«Dovrà cambiare di conseguenza il modo di fare esposizione, di presentare i prodotti e di coinvolgere gli operatori esteri. Occorre progettare un’edizione innovativa, capace di riportare il sistema vino italiano al centro dell’attenzione dei consumatori» conclude Ferrarese.

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Coldiretti Veneto lancia l’allarme sul calo dei prezzi

«Per quanto prevedibile e giustificabile, visto il contesto sanitario, il rinvio di una manifestazione strategica per l’agroalimentare italiano come il Vinitaly è sempre spiazzante per i produttori» afferma Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Veneto e Verona.

Anche il Presidente nazionale Ettore Prandini si è espresso: «Un atto dovuto per consentire la partecipazione anche degli operatori stranieri e sostenere il successo del Made in Italy più esportato nel mondo dove nonostante la pandemia il vino ha fatturato 6,3 miliardi di euro nel 2020».

Un risultato – spiega Coldiretti – sostenuto dal comparto vitivinicolo veneto che continua ad essere la locomotiva delle esportazioni tricolore con più di un terzo del valore che si attesta attorno ai 2,2 miliardi di euro, con un prezzo medio al litro superiore alla media nazionale.

Anche sul fronte degli spumanti, comparto maggiormente penalizzato a livello globale, il Veneto, con i suoi diversi Prosecco Doc e Conegliano-Valdobbiadene ed Asolo Docg tiene le posizioni acquisite, anzi proprio le bollicine Doc segnano il record complessivo di vendite superando la soglia delle 500 milioni di bottiglie, grazie anche all’introduzione della tipologia Rosè. «Se il quadro generale è incoraggiante, l’analisi più dettagliata mostra molti aspetti che necessitano di essere migliorati e rafforzati. Il primo su tutti è quello della conservazione e crescita del valore» fanno notare da Coldiretti.

daniele salvagno coldiretti
Daniele Salvagno, presidente Coldiretti Verona e Veneto

«La pandemia ha messo in luce un fenomeno in atto da alcuni anni – sostiene Coldiretti Veneto – la perdita di valore del vino. La crescita dei volumi ha spesso mascherato infatti, la diminuzione del prezzo unitario di alcune denominazioni, che il crollo del canale Horeca oggi rende più evidente. Un fatto che colpisce più profondamente le medio-piccole aziende particolarmente diffuse sul territorio regionale».

«L’ulteriore analisi dei dati del vino giacente in cantina a fine gennaio in Veneto, ci mostra un aumento contenuto, +2,5% delle scorte, soprattutto a carico dei vini generici. Un dato apparentemente confortante, ma che va contestualizzato con una vendemmia 2020 mediamente contenuta, accompagnata da riduzioni di resa per ettaro da parte delle principali denominazioni».

«Da un lato quindi, il quadro generale ci mostra un Veneto che ha saputo reagire ed intervenire per far fronte alla crisi generata dall’emergenza Covid dall’altro la necessità di rilanciare in modo coraggioso il tema della qualità e del valore. Da segnalare che malgrado la crisi globale la tendenza al consumo di tipologie di vini biologici e sostenibili è cresciuta, in Italia e nei principali mercati mondiali».

«Segno che i consumatori valutano con sempre maggiore attenzione e competenza i loro acquisti» conclude Coldiretti Veneto. «Una indagine Wine Monitor/Vinitaly svolta su un gruppo di importanti cantine italiane conferma che per i prossimi anni le aspettative di sviluppo delle vendite sono affidate agli eco wine per il 35%, a quelli biologici 32% ed ai vini Premium 28%. Il Veneto con i suoi 100 mila ettari e 11 milioni di ettolitri annui non può non tenerne conto per mantenere la leadership e i primati qualitativi a livello italiano».

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Cia-Agricoltori Italiani Verona: «Le piccole aziende stanno soffrendo di più»

«Non possiamo che prendere atto dello spostamento del Vinitaly ad aprile 2022, perché in una situazione ancora così critica non c’è altra scelta». Così commenta Mirko Sella, vicepresidente di Cia agricoltori Italiani Verona, la decisione di Veronafiere di annullare l’evento per quest’anno.

«Abbiamo già saltato l’edizione dell’anno scorso e ora ci ritroviamo a saltare anche quella di quest’anno» sottolinea Sella. «D’altra parte la situazione rimane molto critica e non possiamo che sperare in un’accelerazione della campagna vaccinale per uscire da questo vicolo cieco. Fortunatamente le vendite del vino sembrano tenere, basti pensare che l’Amarone nel 2020 ha segnato le stesse vendite del 2019. Questo dato è confortante, anche se ci sono grandi squilibri tra le grosse aziende, che sono più strutturate e quindi possono avvantaggiarsi di strumenti di marketing molto avanzati, e quelle piccole, che stanno soffrendo di più a causa della chiusura del canale Horeca».

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