Arriva un passo in avanti da parte del Governo con il nuovo “Piano Lupo” presentato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Eliminati i cosiddetti “abbattimenti controllati”. Dall’altro lato, Coldiretti chiede ora maggiori tutele per allevatori e pascoli che spesso si trovano ad essere vittime dei branchi che popolano le zone montane.
«Salviamo le migliaia di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi lungo tutta la Penisola dove la presenza si è moltiplicata negli ultimi anni con stragi negli allevamenti». Ad affermarlo è Coldiretti in riferimento al Piano Lupo presentato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che rappresenta un passo in avanti per cercare di ripristinare una situazione di equilibrio. Secondo le nuove direttive, infatti, sono esclusi gli “abbattimenti controllati”, previsti invece nel piano del 2017.
«Serve, come spiega la Coldiretti, la stessa responsabilità nella difesa degli allevamenti e dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Non si possono lasciar morire pecore e vitelli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane. La presenza di branchi di lupi sta scoraggiando in molte aree l’attività di allevamento mettendo a rischio anche il tradizionale trasferimento degli animali in alpeggio che, oltre ad essere una risorsa fondamentale per l’economia montana, rappresenta anche – sottolinea la Coldiretti – un modo per valorizzare il territorio e le tradizioni culturali che lo caratterizzano. Senza i pascoli le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città. Ci aspettiamo – conclude la Coldiretti – un impegno concreto per tutelare un bene comune con un sostegno pubblico a sistemi di difesa appropriati e un rapido ed adeguato rimborso dei danni, senza se e senza ma».