Nel primo trimestre del 2019, una nuova impresa su tre è guidata da giovani under 35. Tra i settori interessati c’è anche quello agricolo, dove le aziende giovani registrano tassi di occupazione più elevati e profitti maggiori.
Nei primi mesi di quest’anno sono nate quasi 33 mila aziende “giovani”. Il fenomeno si concentra in particolare nel sud del Paese e riguarda diversi settori: servizi, artigianato, agricoltura e ristorazione. È quanto emerge dall’ultima analisi Uecoop sul panorama imprenditoriale italiano, con riferimento ai dati Istat sul lavoro.
L’Unione europea delle cooperative sottolinea l’importanza di tagliare il cuneo fiscale per il rilancio dell’occupazione su tutte le fasce generazionali. Ad oggi, imposte e contributi pesano per circa il 50 per cento sulle retribuzioni. Considerando gli attuali vincoli di bilancio, precisa Uecoop, un taglio generalizzato sul mercato del lavoro non è fattibile, ma si può partire proprio dai più giovani, favorendo così il ricambio generazionale.
Per quel che riguarda, in particolare, il settore agricolo, in Europa l’Italia è il Paese con il maggior numero di giovani alla guida delle imprese. Nel 2018, rende noto Coldiretti, erano più di 57 mila le aziende under 35, in aumento del quattro per cento rispetto al 2017.
I giovani imprenditori agricoli hanno contribuito alla rivoluzione del lavoro nelle campagne degli ultimi cinque anni. Il 70 per cento delle imprese in questione, infatti, va oltre le attività tradizionali e comprende trasformazione dei prodotti, vendita diretta e attività didattiche e ricreative. Le aziende giovani del settore, precisa Coldiretti, possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, insieme a fatturati e livelli di occupazione più elevati. L’agricoltura, quindi, è tornata ad essere un settore strategico per la ripresa economica ed occupazionale.