Il lavoro è in marcia: i dati confortanti del Veneto

Segnali di ripresa per il mercato di lavoro in Veneto. Verona è nona nella graduatoria per i più bassi livelli di disoccupazione fra le province italiane.

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Nonostante la convivenza ancora con il Covid-19 e lo scoppio del conflitto bellico russo-ucraino, nel 2022 si registrano segnali di ripresa nel mercato del lavoro veneto. Nel 2021 l’occupazione in Veneto torna a salire e nei primi nove mesi del 2022 la situazione migliora. Nel terzo trimestre di quest’anno il tasso di occupazione cresce ancora e torna ai livelli pre-pandemici, registrando il valore di 67,8% rispetto il 65,7% rilevato nel III trimestre 2021.

Il Veneto si conferma tra le regioni leader in Italia: nel confronto con le altre regioni, registra tra i più alti valori dei tassi di occupazione e il secondo tasso di disoccupazione più basso. Nel III trimestre 2022 il tasso di occupazione veneto nella fascia d’età 20-64 anni è pari a 72,6%, poco distante dal 75% dell’UE27, facendo ben sperare di avvicinarsi al target europeo di raggiungere entro il 2030 il valore del 78%. Sono i dati dell’ultimo bollettino “Statistiche flash” dell’Ufficio statistica della Regione Veneto.

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Da gennaio a dicembre 2022 il volume delle assunzioni è in crescita tendenziale del +14% (rispetto il 2021) e superiore del +4% anche a quello del 2019. Particolarmente vivace il settore turistico: rispetto all’anno precedente, nel 2022 si assume il 33% in più. L’occupazione è in crescita e si ricorre sempre meno agli aiuti della cassa integrazione che è in forte diminuzione. Da gennaio a novembre 2022 in Veneto vengono autorizzate meno di 38 milioni di ore, più del doppio di quelle concesse nell’intero anno 2019, ma al di sotto del valore registrato nello stesso periodo del 2021 del 74,5%: da gennaio a novembre 2021 si contavano, infatti, circa 155 milioni di ore.

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Disoccupazione

Nel 2021 i livelli di disoccupazione hanno andamenti diversi all’interno del territorio regionale: Belluno si caratterizza per un tasso di disoccupazione molto contenuto (4,2%, il quarto valore più basso fra tutte le province italiane), anche se la pandemia ha visto un aumentare delle persone in cerca di lavoro. All’opposto troviamo la provincia di Rovigo, con un tasso più che doppio rispetto a Belluno. La fascia centrale del Veneto si colloca fra questi due estremi, con Verona e Vicenza rispettivamente, al 9° e 10° posto nella graduatoria per i più bassi livelli di disoccupazione fra le province italiane.

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Il commento del Presidente Zaia

«Con le assunzioni che crescono del 14 per cento rispetto al 2021 ed un tasso di occupazione nel terzo trimestre del 2022 del 67,8 per cento rispetto al 65,7 del terzo trimestre dell’anno precedente, possiamo dire che la ripresa ha messo la marcia. A spingere l’economia è soprattutto il turismo, settore che assume il 33 per cento in più, mentre si ricorre sempre meno agli aiuti della cassa integrazione. In Veneto, nella fascia d’età 20-64 anni il tasso di occupazione è pari a 72,6%, facendo ben sperare di avvicinarsi al target europeo da raggiungere entro il 2030 del valore del 78%». Lo dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando quanto emerge nell’ultima Statistica Flash, intitolata “Il lavoro è in marcia”, diffusa dall’Ufficio di statistica regionale.

«Dati significativi fotografano la buona situazione di quasi tutte le province venete» prosegue il Governatore. «Il gender gap rimane un punto di debolezza nel mercato del lavoro: donne, giovani e stranieri sono i soggetti più fragili e questa disuguaglianza si è accentuata con la crisi sanitaria ed economica. Sicuramente una leva importante è l’istruzione. Infatti, al crescere del titolo di studio diminuisce la disoccupazione. Lo dicono i numeri».

«Nella fascia 15-34 anni, con laurea, il tasso di occupazione è del 71 per cento. Per questo motivo è importante contrastare il fenomeno dei Neet e dell’abbandono scolastico precoce: solo fornendo ai ragazzi gli strumenti adeguati e un buon bagaglio di competenze essi saranno in grado di superare le disuguaglianze che caratterizzano la società. I giovani veneti – conclude Zaia – si trovano in una posizione molto favorevole rispetto ai coetanei delle altre regioni: la percentuale di Neet è pari al 13,9%, la più bassa d’Italia, e il tasso di abbandono scolastico è in calo, pari al 9,3%. Entrambi gli indicatori presentano una situazione performante del Veneto per il raggiungimento dei target europei fissati, in entrambi i casi, al 9% entro il 2030».

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