Generali: verso l’aumento di capitale in Cattolica?

Il 31 ottobre termine ultimo imposto dall'IVASS per la ricapitalizzazione della società. Il titolo a 4,51, il 20% in meno dei 5,55 euro per azione che Generali pagherà per l'aumento di capitale.

Paolo Bedoni, presidente Cattolica Assicurazioni
Paolo Bedoni, presidente Cattolica Assicurazioni

Di Giuseppe Giuliano

Cattolica e Generali si avvicinano al piccolo trotto all’ultimo step per l’aumento di capitale riservato a Generali (300 milioni di euro, con prezzo di sottoscrizione a 5,55 euro): manca infatti soltanto l’autorizzazione della Vigilanza in merito alla pubblicazione del prospetto informativo per l’aumento di capitale, che gli analisti si aspettano possa arrivare nei prossimi giorni. Nel frattempo in Borsa i due titoli viaggiano con andamenti contrastati, su livelli comunque assai lontani dai massimi registrati negli ultimi anni. La compagnia di Lungadige Cangrande è lontanissima da quel 10,73€/azione fissato il 25 gennaio del 2018 (la perdita è praticamente del 60%) mentre Generali  perde il 38% rispetto al massimo registrato il 13 novembre dell’anno scorso: 11,905€/azione contro i 19,33 fissati poco meno di un anno fa.

Certamente, il settore paga una  stagione di evoluzione continua con la digitalizzazione (e la riduzione del valore delle agenzie), i costi della pandemia, l’invecchiamento della popolazione, la rivoluzione del ramo auto, ma anche la convinzione che una nuova maxi-stagione di risarcimenti si avvicina a causa degli effetti dei cambiamenti climatici. Ma le perdite restano davvero molto elevate per i cassettisti.

In questo quadro arriva l’ingresso del Leone di Trieste nella Cattolica Assicurazioni che ha visto, a inizio di ottobre, scemare il pericolo di un clamoroso stop da parte dei soci: i dati relativi al diritto di recesso scaduto il 24 settembre registrano come questo sia stato esercitato per n. 20.294.811 azioni ordinarie di Cattolica, rappresentanti soltanto l’11,64% del capitale sociale ordinario di Cattolica, per un complessivo controvalore pari a euro 111.012.616,17 € calcolato al valore di liquidazione di euro 5,47 per azione. Il dato è suscettibile di marginali aggiustamenti a seguito delle opportune verifiche sulle comunicazioni ricevute, ma si tratterà appunto di dati marginali. E poiché il numero delle azioni oggetto dell’esercizio del Diritto di Recesso non ha superato  il limite del 20% meno un’azione del totale delle azioni emesse dalla Società , non si è verificata la condizione prevista dalla delibera di trasformazione del 31 luglio 2020 per la relativa efficacia ed esecuzione.

Le azioni oggetto di recesso verranno offerte in opzione agli altri soci in proporzione alle azioni da ciascuno di essi possedute, secondo verrà pubblicato in uno specifico avviso, che sarà reso disponibile sul sito internet della Società.  Un ulteriore passo è stato compiuto poi ad inizio ottobre:   sono stati infatti sottoscritti gli Accordi Attuativi come previsto dall’Accordo Quadro tra Cattolica e Generali del 24 giugno 2020, riguardanti le sinergie industriali e commerciali tra i relativi gruppi. Verranno esaminati dalla Vigilanza, come detto, e poi si andrà spediti verso la storica evoluzione della compagnia scaligera che tanto scaligera, d’ora in poi, non sarà più.

Certamente, il settore paga una  stagione di evoluzione continua con la digitalizzazione (e la riduzione del valore delle agenzie), i costi della pandemia, l’invecchiamento della popolazione, la rivoluzione del ramo auto, ma anche la convinzione che una nuova maxi-stagione di risarcimenti si avvicina a causa degli effetti dei cambiamenti climatici. Ma le perdite restano davvero molto elevate per i cassettisti.

In questo quadro arriva l’ingresso del Leone di Trieste nella Cattolica Assicurazioni che ha visto, a inizio di ottobre, scemare il pericolo di un clamoroso stop da parte dei soci: i dati relativi al diritto di recesso scaduto il 24 settembre registrano come questo sia stato esercitato per n. 20.294.811 azioni ordinarie di Cattolica, rappresentanti soltanto l’11,64% del capitale sociale ordinario di Cattolica, per un complessivo controvalore pari a euro 111.012.616,17 € calcolato al valore di liquidazione di euro 5,47 per azione. Il dato è suscettibile di marginali aggiustamenti a seguito delle opportune verifiche sulle comunicazioni ricevute, ma si tratterà appunto di dati marginali. E poiché il numero delle azioni oggetto dell’esercizio del Diritto di Recesso non ha superato  il limite del 20% meno un’azione del totale delle azioni emesse dalla Società , non si è verificata la condizione prevista dalla delibera di trasformazione del 31 luglio 2020 per la relativa efficacia ed esecuzione.

Le azioni oggetto di recesso verranno offerte in opzione agli altri soci in proporzione alle azioni da ciascuno di essi possedute, secondo verrà pubblicato in uno specifico avviso, che sarà reso disponibile sul sito internet della Società.  Un ulteriore passo è stato compiuto poi ad inizio ottobre:   sono stati infatti sottoscritti gli Accordi Attuativi come previsto dall’Accordo Quadro tra Cattolica e Generali del 24 giugno 2020, riguardanti le sinergie industriali e commerciali tra i relativi gruppi. Verranno esaminati dalla Vigilanza, come detto, e poi si andrà spediti verso la storica evoluzione della compagnia scaligera che tanto scaligera, d’ora in poi, non sarà più.