Una continua salita, senza un accenno allo scollinamento e poi alla discesa. Il prezzo del gas continua a salire e oggi ha toccato il prezzo monstre di 315 euro per megawattora. Il periodo di austerity che da settimane era stato fissato al prossimo autunno/inverno, potrebbe subire un largo anticipo e iniziare già in quest’ultima coda estiva di fine agosto.
Il governo, limitato dal punto di vista operativo dopo la sfiducia al premier Mario Draghi, sta comunque lavorando a un nuovo piano di risparmio energetico e di taglio dei consumi di gas ed elettricità, e sta cercando di accelerare visto che il prossimo 31 agosto è prevista una chiusura per “manutenzione”, fino al 2 settembre, del gasdotto Nord Stream, di proprietà della russa Gazprom.
Uno stato di incertezza e di tensione internazionale che si sta riversando sulle borse e sui mercati reali. Quello che è sicuro è che stiamo vivendo la peggiore crisi di approvvigionamento degli ultimi decenni. L’impennata dei costi sta condizionando anche le strategie di aziende e grandi gruppi industriali.
A Verona abbiamo incontrato Lino Carrer, responsabile controllo strategico e attività di acquisizione del Gruppo Pittini, la grande realtà siderurgica fondata a Osoppo (Udine) nel 1955 dal cavalier Andrea Pittini e portata avanti oggi dal figlio, presidente e cavaliere del lavoro Federico.

Proprio l’acquisizione nel 2015 di Acciaierie Verona da parte della holding friulana ha contribuito a rilanciare e a riqualificare il sito industriale scaligero: «E’ stato un passaggio ragionato e affrontato convintamente. – afferma Carrer, ricordando quegli anni – Verona per noi rappresenta un tassello prezioso della nostra rete. Ricordo, citando alcuni numeri, che siamo il primo produttore di acciaio in Italia nei settore dei lunghi, la produzione si attesta attorno ai tre milioni di tonnellate di acciaio all’anno, contiamo 18 strutture produttive (tra cui Verona con quasi 500 dipendenti) e di servizio logistico con le otto società che compongono il Gruppo e che danno lavoro a quasi 1800 persone».
Come tutte le realtà industriali energivore, anche il Gruppo Pittini sta vivendo con apprensione il momento storico assurdo che sta interessando il mercato energia: «I prezzi che stiamo vedendo negli ultimi giorni e nelle ultime ore sono del tutto insostenibili non solo per noi, ma per centinaia di migliaia di imprese italiane ed europee. – prosegue Carrer – Il nostro Board, tutta la prima linea, è impegnato quotidianamente a prendere delle scelte molto complesse, con una difficoltà estrema nel fare previsioni a lungo termine».

Situazione grave che sta condizionando anche il ciclo di produzione del Gruppo: «Alcune linee di produzione le abbiamo già fermate, – conclude il responsabile controllo strategico – non è più conveniente tenere accesi i forni. In altri casi, stiamo concentrando il lavoro nelle ore mattutine, visto che nelle ore del tardo pomeriggio/sera il costo dell’energia è triplo rispetto all’inizio di giornata».
«Come manager e come imprenditori abbiamo un ruolo sociale, e di conseguenza abbiamo anche l’obbligo morale di perseverare con convinzione nel nostro operato, ma a certe condizioni la nostra volontà non è sufficiente. – conclude Carrer – Ci auguriamo che il nuovo governo attui subito delle contromisure importanti, ma potrebbe essere già tardi. Non c’è un minuto da perdere. Guardando al futuro, le nostre strategie cambieranno, non potremmo più permetterci i consumi a cui eravamo abituati. Cambiamenti che andranno nella direzione della sostenibilità, percorso che come Gruppo perseguiamo già da anni, sia con l’economia circolare che interessa il nostro ciclo produttivo, sia dal punto di vista sociale con le tante attività promosse dalla nostra Fondazione».
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