In occasione del nuovo numero di Verona Economia dedicato al mondo degli spettacoli e degli eventi, alla luce delle nuove misure governative che decretano lo spostamento del coprifuoco e nuovi allentamenti, abbiamo intervistato Leonardo Sartori, direttore organizzativo della Fondazione Aida.
Qual è la storia di Fondazione Aida?
Fondazione Aida è una realtà che esiste da quasi quarant’anni sul territorio veronese. Abbiamo iniziato come un’associazione di artisti ancora negli anni ’80 per poi sviluppare un percorso di organizzazione, distribuzione e gestione degli spazi teatrali, nostro ambito di riferimento, fino ad arrivare a creare la fondazione che, negli anni, è cresciuta per tipo di attività, ampliandosi anche oltre al teatro, arrivando a promozione di letture, collaborazioni con enti pubblici e privati e progetti europei che abbiamo sviluppato sulla piattaforma Creative Europe, con collaborazioni con Paesi come Serbia, Repubblica Ceca, Grecia (con cui abbiamo una partnership di lunga data) fino alla piattaforma Erasmus+ ce ci ha dato la soddisfazione di iniziare due nuovi progetti, uno con un leader di Belgrado e uno con un leader portoghese. Si spazia oramai utilizzando perlopiù il linguaggio mediato del teatro anche su ambiti e settori completamente diversi.
Come ha risposto Fondazione Aida alle chiusure imposte dalla pandemia?
Questa fase che abbiamo attraversato è stata una fase complessa soprattutto per il comparto legato alle manifestazioni culturali e lo spettacolo dal vivo. Tanti altri settori hanno condiviso con noi questo periodo difficile. Quello che abbiamo immaginato è stato di trarre delle opportunità da questa situazione: in parte rivedendo tutto ciò che avevamo fatto in questi quarant’anni e immaginando di seguire percorsi diversi. Il primo è stato quello di mantenere il contatto con il pubblico, attraverso le piattaforme digitali, sperimentando quello che noi abbiamo chiamato Teatro OnliFe (dall’unione di online e life, vita) e questo ci ha permesso di sperimentare strumenti di linguaggio parallelo al teatro; il teatro vero è infatti quello che si fa sul palco e in cui si respira “l’ora e adesso”. Abbiamo cercato di inseguire questa tipologia di emozione e abbiamo fatto un teatro che non si limita a uno streaming passivo, ma un’interazione costruita con il pubblico su una piattaforma customizzata e che meditiamo di non abbandonare, vista l’esperienza fatta.
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Quali sono i vostri progetti per la stagione estiva?
Finalmente con l’arrivo dell’estate, un po’ come l’anno scorso ma con maggiore consapevolezza, ritorniamo a fare le cose dal vivo. Sulla città di Verona, come eravamo riusciti a fare l’anno scorso, torniamo con La città dei ragazzi, una kermesse di otto titoli che noi porteremo a Forte Gisella (due titoli oltretutto rientrano anche nella rassegna dell’Estate teatrale veronese, un’altra delle lunghe collaborazioni che abbiamo da tanti anni sul territorio). Cominciamo giovedì 24 giugno fino al 12 agosto: ci sono nuove produzioni, tra cui una che vuole raccontare ai bambini e alle famiglie l’esperienza pandemica. Quest’ultima è nata da una residenza teatrale, finanziata dalla Regione Veneto con capofila il teatro comunale di Vicenza e altri otto teatri comunali. A Belluno ci siamo trovati e abbiamo prodotto Il Segreto del pifferaio magico. In collaborazione con Febo Teatro, lo spettacolo si terrà il 22 luglio a Forte Gisella e racconta ai bambini come dobbiamo uscire da questa fase. Per realizzarlo ci siamo confrontati con bambini e scuole del territorio, creando una sorta di engagement produttivo dove abbiamo ascoltato le loro storie e suggerimenti, trasformandoli nel contesto della drammaturgia teatrale. La prenotazione dei biglietti va fatta online e anche l’acquisto online è suggerito caldamente.
Per i più grandi c’è la storica kermesse Sorsi d’autore, giunta alla sua 22esima edizione e quest’anno in presenza: si comincia a Villa Badoer di Fratta Polesine il 19 luglio con ospite Piero Pelù; a Montecchio Maggiore venerdì 2 luglio metteremo insieme una coppia storica della tv, Mauro Corona e Bianca Berlinguer, nella cornice Villa Cordellina Lombardi. Domenica 4 luglio avremo come ospite Carlo Cottarelli al Castello di San Salvatore a Susegana, che ci racconterà la sua ultima uscita editoriale e come testimone di questo periodo. Chiudiamo a Villa Foscarini Rossi a Strà con Stefano Mancuso, sabato 11 luglio.
In questo periodo dove i teatri erano chiusi, non abbiamo smesso di immaginare cosa e come produrre e la politica di distribuzione delle stagioni successive. Nel rispetto delle maestranze, degli artisti e di chiunque lavori dietro le quinte è infatti fondamentale pianificare il futuro.
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