È fresco di carica Bruno Fanton, eletto lo scorso luglio nuovo presidente del consiglio di Bacino ATO Veronese, l’ente pubblico che governare il Servizio Idrico Integrato sui 97 Comuni della Provincia di Verona e che vede in Acque Veronesi e Gardesana Servizi le braccia operative.

Il 2019 è stato un anno d’intensa attività per il consiglio di Bacino che si trova a gestire e programmare interventi in un territorio tanto eterogeneo come quello della provincia di Verona. «Possiamo vantare un’industrializzazione importante ma anche una densità dal punto di vista demografico – racconta Bruno –. Il nostro territorio ha poi delle caratteristiche geografiche e orografiche non semplici: si alternano pianura, collina e montagna e questa necessità di attenzioni e professionalità adeguate».

Con il 2019 si è chiuso il piano quadriennale iniziato nel 2016 e si stanno iniziando a porre le basi per il quadriennio 2020-2023. Tra i progetti che il vecchio piano lascia in eredità la ristrutturazione del Collettore del Garda e i lavori nella centrale di Almisano, coinvolta nell’inquinamento da Pfas.

«Il progetto definitivo per il collettore – racconta Fanton – è in fase di esame per l’approvazione. Un’opera dal valore di circa 116 milioni di euro che prenderà il via, per un primo tratto, nell’autunno 2020, lontano da periodi di alta stagione per non compromettere il turismo della zona».

Sul collettore insiste un finanziamento ministeriale di 40 milioni di euro ai quali vanno aggiunti 3,3 milioni di euro proveniente dalla Regione Veneto e 1 milione proveniente dalla Provincia di Verona. Finanziato a fondo perduto da un commissario del Ministero per un valore di 21 milioni di euro anche il progetto per la centrale di Almisano, dove si sta già procedendo con la posa delle tubazioni che da Belfiore vanno fino alla zona di Lonigo.

In fase di studio per il 2020, invece, il progetto per la realizzazione dell’acquedotto della bassa veronese, nella zona di Nogara – Gazzo Veronese, che si collegherà in futuro con Legnago e Bovolone così da interconnettere i principali schemi acquedottistici della provincia. Sempre nel 2020 entrerà in vigore il nuovo metodo tariffario per il quadriennio 2020-2023: entro giugno sarà definito e di conseguenza realizzato il nuovo programma di investimenti.

«Le esigenze sono tante – confessa Fanton, presidente di ATO veronese –. Un piano pluriennale riguardante 97 comuni ha una richiesta che si aggira sostanzialmente intorno ai 250 milioni di euro di investimenti, contro una disponibilità che non supera i 140/150 milioni. Dobbiamo cercare di essere pragmatici e di stabilire le giuste priorità».