Sono già oltre un migliaio gli agricoltori e gli allevatori scesi per la prima volta in città da malghe e pascoli di montagna per far conoscere le drammatiche storie di paura e danni provocati dall’orso M49 e dai lupi, spesso ibridi, che stringono d’assedio abitazioni, famiglie, campi e allevamenti facendo strage di pecore, capre, vitelli, asini, devastando stalle ed alveari e minacciando la sicurezza delle persone.
L’iniziativa è della Coldiretti a Trento in piazza Dante dove è presente anche la capretta Cappuccetto rosso sopravvissuta agli attacchi insieme agli uomini e alle donne che vivono quotidianamente rischi e difficoltà divenuti insostenibili. Sono stati esposti striscioni e cartelli con le scritte “#Stoconcappuccettorosso”, “i nostri animali non sono meno importanti di quelli selvatici”, “senza l’uomo la montagna muore”, “agricoltura = presidio del territorio” ma anche foto di mucche che dicono “il Trentino e anche nostro”. Alcuni mostrano sullo smartphone le immagini dei loro animali sbranati.
«Se non si risolve il problema – dicono gli agricoltori – si rischia l’abbandono di interi territori con la fine di un’economia di montagna che da sempre tutela l’ambiente dal dissesto idrogeologico e promuove le produzioni agricole Made in Italy più sostenibili».
Nell’ultimo anno in Trentino ci sono stati 222 attacchi da parte di orsi e lupi a coltivazioni, alveari, greggi e mandrie che hanno colpito pecore, vitelli, mucche e asini, anche all’interno delle aziende vicino agli alloggi degli agricoltori o nei pressi dei centri abitati.
Una situazione fuori controllo – sottolinea Coldiretti – per la quale le misure ordinarie non bastano più e la resistenza di chi lavora e vive sul territorio è ormai al limite considerato che nel solo territorio del Trentino ci sono quasi 70 orsi fra cui il pericoloso M49 che negli ultimi quattro mesi del 2019 è stato protagonista di 16 tentativi di intrusione in zone abitate e 13 uccisioni di animali da allevamento. Ma in circolazione ci sono poi 7 branchi di lupi o ibridi che mettono a rischio anche l’integrità genetica della specie.
“Il problema dei grandi carnivori sta diventando insostenibile ed è necessario trovare una soluzione in tempi rapidi – spiega Gianluca Barbacovi, presidente Coldiretti in Trentino – una questione delicata che deve tenere in debita considerazione numerosi fattori a partire dalla sicurezza degli agricoltori costretti ad abbandonare i territori montani con la perdita della tradizionale attività di alpeggio nelle numerose malghe con costi economici, ambientali e sociali incalcolabili”.
La Coldiretti ha chiesto che il problema dei predatori sia affrontato ai massimi livelli in un vertice con il Ministero dell’Ambiente e con il Presidente della Regione per stabilire le misure da adottare a tutela delle comunità montane.