Gli agricoltori di Confagricoltura cercano di reagire all’emergenza coronavirus mettendo in campo iniziative e i giovani coniano lo slogan: “Sta a casa, pensa al presente. Il futuro lo stiamo coltivando noi”. Olio e vino vengono consegnati a casa con i furgoni, l’e-commerce è potenziato e gli agriturismi si reinventano con nuove attività.
«Tutti quanti siamo stati colpiti da questo tsunami improvviso – spiega Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura Verona – ma stiamo continuando a produrre e, soprattutto, stiamo lavorando sia per superare gli ostacoli che ci sono oggi, sia per essere pronti per quando si uscirà dall’emergenza. Noi, nell’azienda vitivinicola di famiglia Villa Spinosa sopra Negrar, abbiamo cominciato a fare consegne a domicilio di Valpolicella, Ripasso e Amarone. Online ci sono le schede vino: basta scegliere le etichette e fare clic. In due giorni le portiamo a casa».
Giovanni Ederle, dell’agriturismo Corte San Mattia, sulle Torricelle, ha messo il turbo sull’e-commerce e si è attrezzato con un furgone per portare la spesa a domicilio. «Solo in marzo nell’agriturismo abbiamo avuto il crollo del 90% del fatturato» racconta. «Avendo anche personale, ho dovuto reinventare l’attività aziendale. Abbiamo cominciato a spingere sull’e-commerce, vendendo ai nostri clienti dell’agriturismo i nostri prodotti come olio, miele, vino, grappa, confetture e giardiniere».
«Poi siamo partiti con le consegne nelle case a Verona – continua Ederle – raccogliamo gli ordini e cerchiamo di ottimizzare con un paio di consegne settimanali. Infine abbiamo convertito un ettaro di pascolo a orto. In questo modo diamo lavoro ai dipendenti e potremo vendere presto anche molte verdure che, oltre ad essere utilizzate per giardiniera, piatti semilavorati o lavorati pronti all’uso, potranno essere anche portate a domicilio».
Roberta Martin Gazzani, titolare dell’omonima azienda risicola biologica a Isola della Scala, pensa a un paniere con le eccellenze gastronomiche locali: «Riso, olio, vino, pasta. L’idea è quella di fare dei cesti da portare in giro. È un’idea utile e intelligente, che potrebbe risolvere la difficoltà di inviare poche quantità di prodotto, con costi insostenibili”.

«Vendevamo a ristoranti e negozi, ma adesso, dato lo stop imposto alle attività commerciali, ci stiamo attivando con l’e-commerce ai privati attraverso i nostri canali on line e social» afferma Mauro Mantovani, titolare dell’azienda Demetra 973 di Isola Rizza che si sta riorganizzando con la vendita della pasta artigianale ricavata dal grano duro della sua tenuta agricola. «Intanto sfrutteremo i tempi di sosta per ripensare i nostri piani. Vogliamo lanciare sul mercato orecchiette e pasta lunga e realizzare un piccolo impianto per diventare completamente autonomi».
Alessandro Tebaldi, presidente di Agriturist Verona, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, vorrebbe mettere in piedi un pulmino comune a tutte le strutture ricettive, che si sono viste annullare le prenotazioni fino all’estate, per vendere a domicilio i tantissimi prodotti coltivati nei campi aziendali. «Il problema, come sempre, è la burocrazia. Avremmo bisogno di risposte veloci per fronteggiare l’emergenza, ma tra paletti e carte bollate stiamo riscontrando molto ostacoli».
Antonio Cesari, dell’azienda vitivinicola Brigaldara, non pensa all’e-commerce perché è fiducioso in una ripartenza: «Ieri abbiamo ricevuto il primo ordine di Amarone dalla Cina dopo mesi. Vuol dire che stanno ripartendo. E che, in successione, ricominceremo anche noi».
