A4 chiede ancora Cig, il sindacato dice «basta»

L'autostrada A4 chiede altre 5 settimane di cassa integrazione, Filt Cgil si oppone: «L’azienda si faccia carico delle proprie responsabilità».

a4 incidente

All’inizio di aprile, in piena emergenza Covid-19, l’Autostrada A4 Brescia-Verona-Vicenza-Padova ha attivato la cassa integrazione ordinaria di 9 settimane per 420 dipendenti su 449. «Per non aggiungere tensioni alla già delicata condizione sociale, per senso di responsabilità e in considerazione della gravissima situazione sanitaria che il Paese stava vivendo non ci eravamo opposti alla richiesta dell’azienda» affermano attraverso un comunicato il segretario di Filt Cgil Verona Raffaello Fasoli e i responsabili sindacali aziendali Mauro Bellin e Alfredo De Vito.

«Eppure i dubbi sulla opportunità di tale richiesta erano fortissimi e la scelta di non prevedere nemmeno l’integrazione salariale per i dipendenti in Cigo palesemente ingiusta e ingenerosa» aggiungono.

L’azienda ha ora chiesto altre 5 settimane di cassa integrazione. Richiesta cui i sindacalisti si oppongono: «Inaccettabili, uno schiaffo in faccia alle imprese realmente in difficoltà. È una vergogna che un’azienda che da decenni macina fatturati e utili da capogiro (411 milioni di ricavi nel 2018) chieda aiuti alla collettività, mediante ammortizzatori sociali, con la scusa del Covid».

«Perché non usano gli utili degli anni precedenti per sanare la loro azienda, anziché attingere agli ammortizzatori e senza nemmeno alcun tipo di integrazione salariale?» chiedono i sindacati.

Per queste ragioni le organizzazioni sindacali si sono rifiutate di sottoscrivere la Cassa integrazione ordinaria e hanno richiesto di verificare i dati sull’andamento della Cig e i turni di lavoro.

«L’azienda non assume dal 2009 e negli ultimi 3 anni la forza lavoro è diminuita di circa 150 lavoratori. Nel frattempo il contratto aziendale è scaduto il 31/12/2019, così come il Premio di Risultato. A inizio anno avevamo fatto un primo incontro, ma poi con il Covid tutto si è bloccato e ad oggi non si sa nulla in merito. Ora basta nascondersi dietro l’emergenza, l’azienda si assuma le proprie responsabilità verso il Paese e verso i lavoratori» chiudono Fasoli, Bellin e De Vito.