Un deserto dove fiorire, il nuovo album dei C+C=Maxigross

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Più di dieci anni di musica alle spalle, e a maggio il debutto di un progetto che nasce dal bisogno di fare ritorno: Deserto, il nuovo album, è per Verona. Ed è questa l’ultima meravigliosa creatura dei C+C=Maxigross.

Un nuovo disco, e con lui il ritorno a casa. La musica portata nei luoghi che si battono per dare a questa nostra città un’identità più bella e accogliente, tracciando così i tratti della Verona che abbiamo bisogno di vivere, tutti insieme. “Deserto per Verona”, è questo l’evocativo nome con cui i C+C=Maxigross vogliono riallacciare i rapporti con la loro città natale, e con la comunità che la abita, dopo anni di tour in giro per l’Italia e il mondo.

Il collettivo musicale nato in Lessinia, ritorna così a Verona, inaugurando agli inizi di maggio un tour che ci accompagnerà per tutta l’estate.

«Dopo anni in cui la musica ci ha portati lontani da casa» ci racconta Filippo Brugnoli, uno dei componenti della band «e in un momento storico, oggi, in cui la cultura ci sembra non godere di ottima salute, abbiamo sentito il bisogno forte di creare delle occasioni di condivisione artistica, gratuite e a misura di essere umano, per portare la musica al centro di luoghi pubblici, che ci fanno sentire parte di un’unica grande comunità. Per fare questo, siamo anche andati contro le regole di un sistema imposto: non si è mai sentito di un singolo uscito alla fine di maggio, e di un tour estivo, e che per di più copre solo un’unica città».

Ecco quindi il fitto calendario di date, inaugurato a inizio maggio, che animerà Verona e la sua provincia per tutta l’estate: minuscole botteghe nel quartiere di Veronetta, Rocket Radio, «una realtà che è a Verona ma che a Berlino non sfigurerebbe», giardini e festival.

Un progetto, quello di Deserto, che è composito e complesso, perché coinvolge non solo suoni, ma anche immagini, parole, grafica, e video, grazie al coordinamento dell’art director Anita Poltronieri, alle suggestive fotografie e ai video di Stefano Bellamoli e alle grafiche di Mattia Pasquali. Un nome evocativo, Deserto, che di certo non vuole significare quello che dice, un’opera di stratificazione di forme espressive e linguaggi diversi.

Il disco, scritto e suonato da Filippo Brugnoli (basso), Giulio Deboni (batteria, flauto e chitarra), Niccolò Cruciani (chitarra, batteria), e Tobia Poltronieri (chitarra) ha per ora svelato il suo primo brano, Ritrovarsi, assieme al primo frammento, quello 00: un cortometraggio che racconta l’inizio di questo nuovo cammino, dove niente è come sembra.

«Rovistando in un mercatino dell’usato qui a Verona, abbiamo trovato per caso una videocassetta in cui la voce narrante di una donna anziana racconta una storia, forse mai scritta, e alla quale ancora non siamo riusciti ad attribuire un autore e un’origine. Ci è sembrata però una storia troppo incredibile per non essere narrata».

Questo è Deserto: un rifugio dove poter sostare, con calma, liberandoci della nostra solita fretta e frenesia, come siamo invitati a fare, gentilmente, quando capitiamo sul sito che presenta il progetto: un sito dove, finalmente, troverete più emozioni che informazioni. Questo è Deserto: uno spazio sconfinato dove c’è posto per tutti, anche per la storia dimenticata di un’anziana signora. E per un tucano, un camaleonte e una balena, abbracciata dall’Adige.