Schubert e gli Iron Maiden, ironia e virtuosismo alla Fucina Machiavelli

Il compositore Franz Schubert e il bassista della storica band Iron Maiden Steve Harris. Se la coppia suona ( è il caso di dirlo) improbabile, vi siete persi lo spettacolo “The Death And The Iron Maiden” presso la Fucina Culturale Machiavelli. L’ensemble si è esibito in una inedita quanto coinvolgente interpretazione del Quartetto n° 14 in Re minore D810 “La morte e la fanciulla” , seguita da alcuni classici della formazione metal inglese Iron Maiden riarrangiati.

L’opera, pubblicata postuma nel 1831 e considerata il testamento personale del compositore, risente fortemente dello stato malinconico del suo autore quando ne iniziò la stesura nel 1824. La composizione si basa sull’omonimo Lied composto nel 1817 sui versi del poeta Matthias Claudius ed esprime la paura della fanciulla davanti alla Morte.

Musicalmente, il quartetto Machiavelli ha dato efficace risalto ai momenti più drammatici del brano, tratteggiando lo smarrimento della fanciulla di fronte all’inevitabile, ai quali hanno fatto da contrappunto i momenti più distesi e solenni, dominati dalla Morte  (“Dammi la tua mano, / bella creatura delicata! / Sono un’amica, / non vengo per punirti. / Su, coraggio! / Non sono cattiva. / Dolcemente dormirai fra le mie braccia!” recita il testo).

Nella seconda parte del concerto, i presenti hanno potuto gustare il nuovo arrangiamento di alcuni brani della formazione britannica, celebre sia per l’immaginario creato attorno alla mascotte del gruppo -l’intramontabile Eddie per i fans) e per la vena letteraria dei propri testi, che riprendono suggestioni gotiche e paranoie contemporanee. 

Ecco quindi l’iconica Fear of the dark, seguita dalle intramontabili Hallowed be thy name (gli ultimi pensieri di un condannato al patibolo), The wicker manRun to the hills ( ispirata allo sterminio dei nativi americani ad opera dell’uomo bianco), l’assurdità della guerra raccontata da The trooper. In chiusura, i due encores Anime ( una composizione originale del violoncellista) e ancora Fear of the dark.

Lukasz Kurwoski (violino), Veronica Radigna (violino) , Stefano Soardi (viola e ideatore del concerto)  e Omar Sanchez (violoncello e co-arrangiatore) hanno eseguito i pezzi valorizzando melodie e ritmiche originali, con l’aggiunta della timbrica degli strumenti acustici che hanno rischiarato di luce diversa le virtuosistiche e inconfondibili cavalcate del repertorio maideniano. Un omaggio intelligente ed ironico a due mondi che voglio mostrare “le cose dietro il sole”.