Il capolavoro di Georges Bizet è il titolo più rappresentato all’Arena dopo Aida, “regina” dell’anfiteatro veronese. Il 27 agosto e il 4 settembre ricorrono le ultime due occasioni per vederla nell’originale veste creata da Hugo de Ana per l’inaugurazione 2018 e ripresa nell’attuale Festival.
Il regista, scenografo e costumista argentino rilegge l’opera collocandola in una realistica e cinematografica Spagna degli anni Trenta. La luminosa e poi tragica indipendenza della protagonista si muove nell’irrequieta Repubblica spagnola del primo Novecento che cederà sotto il Franchismo. Tra gendarmi, jeep, moto, biciclette, cavalli, contrabbandieri, frontiere, zingari e toreri, il culmine della vicenda si svolge nella Plaza de Toros ricreata sin dall’inizio sul grande palcoscenico dell’Arena di Verona.
Le luci sono firmate da Paolo Mazzon, le proiezioni da Sergio Metalli e le coreografie da Leda Lojodice, eseguite dal Ballo dell’Arena preparato da Gaetano Petrosino, il trucco da Michele Magnani, global senior make-up artist di MAC. Il maestro Daniel Oren, Direttore musicale del Festival 2019, guida l’Orchestra dell’Arena di Verona e il Coro istruito da Vito Lombardi, cui si aggiungono numerosi mimi e figuranti e il Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani.
Carmen è il mezzosoprano russo Ksenia Dudnikova, Don José è Murat Karahan, il giovane Italo Proferisce è il torero Escamillo, fresco di debutto. A loro si unisce il soprano Mariangela Sicilia, che ha esordito all’Arena come prima Micaela nel 2018 e reduce dal premio Abbiati della critica italiana per La Bohème a Bologna. Completano il cast Francesco Pittari come Remendado, Gianfranco Montresor come Dancairo, Elisabetta Zizzo come Frasquita. Poi Mariangela Marini come Mercédès, Biagio Pizzuti come Moralès e Krzysztof Bączyk come Zuniga.