In vista dei settecento anni dalla morte di Dante (1321-2021), sono tanti i progetti in cantiere che coinvolgono le tre città più “dantesche” in Italia: Firenze, Verona e Ravenna.
Proprio a Ravenna, a cura del Teatro delle Albe, è in corso la chiamata pubblica per il Purgatorio. Partito il 25 giugno, proseguirà fino al 14 luglio con l’ultima replica. Una città trasformata in un enorme palcoscenico dantesco dove attori professionisti e centinaia di persone che hanno partecipato a laboratori mettono in scena il Purgatorio. Un evento, sotto l’attenta regia di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, a metà strada tra la sacra rappresentazione medievale e il teatro di massa di Majakovskij. La città che si fa palcoscenico e i cittadini chiamati a “farsi luogo” nell’epoca dei “non-luoghi”.
Dopo il grande successo, nel 2017, di Inferno, si prosegue dunque con il Purgatorio che sancisce la collaborazione tra il Teatro delle Albe e il Teatro Stabile di Verona. Proprio il teatro veronese parteciperà attivamente alla rappresentazione di domenica 7 luglio. Vi prenderanno parte una trentina di persone che lo scorso giugno hanno seguito un laboratorio tenuto da Alessandro Renda al Nuovo. Insieme ad altri, daranno vita al coro degli iracondi, a quello dei vermi e delle farfalle e al coro – solo femminile – delle donne vittime di morte violenta.
Dettagliate le indicazioni degli organizzatori ai partecipanti che dovranno indossare indumenti di determinati colori. Freddi e scuri (nero, blu, viola) per gli iracondi, solo nero per vermi e farfalle. Abiti ad hoc – forniti dal Teatro delle Albe –, invece, per le donne vittime di morte violenta.
Più avanti, in settembre, debutterà a Firenze (e successivamente a Verona) lo spettacolo itinerante Silent Dante prodotto dal Teatro della Toscana e dallo Stabile di Verona. Un altro atteso evento teatrale dantesco sarà Fedeli d’amore di Marco Marinelli in scena al Nuovo di Verona in autunno. Uno spettacolo in cui Dante assurge a simbolo per eccellenza del profugo che cerca consolazione e salvezza nell’amore. Amore anticamera della beatitudine che segnerà, con la chiamata pubblica per la terza cantica, il Paradiso, l’apogeo delle celebrazioni dantesche nel 2020 e 2021.