La falda nord della Basilica di San Zeno è stata restaurata con il sostegno di Chiese Vive, Banco Bpm e della parrocchia stessa.
Gli affreschi trecenteschi della basilica di San Zeno Maggiore sono in salvo: un restauro recente, che ha interessato ben 600 metri di superficie, eviterà che eventuali infiltrazioni d’acqua piovana intacchino la bellezza delle pitture dipinte a fresco.
«L’intervento era necessario», premette l’architetto Flavio Pachera, progettista e direttore dei lavori. Da oltre trent’anni San Zeno, evidenzia l’abate mons. Gianni Ballarini, «ha portato avanti importanti opere di ristrutturazione e restauro». L’ultimo è stato per l’appunto la sistemazione della falda nord.
I coppi antichi sono stati mescolati a pezzi recenti, scelti per affinità cromatica e dimensione. I vantaggi sono molteplici: il tetto è più ventilato, c’è miglior distribuzione dei carichi e le manutenzioni future saranno facili da eseguire.
Il restauro non è stato l’unico risultato positivo della manutenzione. È infatti venuta alla luce una data inedita: in un’arcatella che decora gli sporti del tetto è “comparsa” la data 1278. Molto rilevante questo dato temporale, che sposterebbe in avanti di cinquant’anni il completamento della basilica.
La data rinvenuta, oltre a confermare gli studi pubblicati nel 1993 dalla professoressa Giovanna Valenzano, «testimonia che i lavori di abbellimento della basilica, con i suoi numerosi affreschi trecenteschi, dall’interno proseguirono all’esterno dell’edificio», conclude Pachera.