Vorrebbe studiare Lettere Moderne e approfondire la figura di Dante. Tra i suoi rammarichi, il fatto di non aver studiato greco, perché «mi piacerebbe molto poter leggere l’Iliade e l’Odissea in lingua originale». Elettra Solignani non è una 18enne qualunque: nel 2018 ha vinto il suo primo Campiello Giovani grazie al racconto “Con i mattoni”. Una riflessione intensa e delicata al tempo stesso, ritagliata sulla storia di un’adolescente alle prese con l’anoressia.
L’età è solo un numero. A ricordarcene sono i documenti, i compleanni e chi ci conosce. La maturità è ben altro: è un altro tipo di età, quella che dimostriamo nelle relazioni interpersonali, nelle decisioni che prendiamo, nella capacità di affrontare argomenti complessi senza scivolare nella banalità e negli stereotipi.
Così i 18 anni di Elettra Solignani, giovane studentessa del liceo scientifico Maffei che l’anno scorso si è aggiudicata il 23^ Premio Campiello Giovani, passano in secondo piano leggendo il suo racconto “Con i mattoni”. Ventitré pagine intrise di timori, incertezze, riflessioni e speranze, in cui i lettori non faticano a immergersi.
Nata a Vignola, in provincia di Modena, Elettra è veronese d’adozione e ancora fatica a destreggiarsi nel mondo che la aspetta una volta terminate le scuole superiori. Di certo c’è solo l’indirizzo di studi: Lettere moderne. Una scelta fatta già molti anni fa, anche se l’incognita ora è l’università da frequentare.
Amante estrema della lettura, ma senza autori né libri preferiti («leggo un po’ di tutto tranne i gialli, quelli non mi piacciono»), Elettra ha sempre scritto «più per me che per gli altri» fino ad arrivare alla partecipazione al Campiello Giovani.

Tu hai una formazione scientifica. Da dove viene questo amore per la scrittura?
Non saprei. In realtà ho sempre letto davvero molto. È una cosa che ho sempre fatto e penso che la passione venga da quello. Prima del Campiello mi capitava che mi chiedessero «Perché scrivi?» e all’inizio ero un po’ spiazzata perché mi sono resa conto che io non pensavo ci fosse davvero un’alternativa.
Di cosa parla il tuo racconto Con i mattoni?
È un racconto non autobiografico ed è un’istantanea della vita quotidiana di un’adolescente che non ha un nome (e non ce l’ha perché speravo che rendendola anonima potesse aiutare il lettore a immedesimarsi), ma viene indicata con una “E”. Al Campiello Giovani si partecipa infatti in forma anonima, ma volevo firmarlo un po’ da dentro e fare un po’ come Michelangelo. (ride, ndr) “E” va a scuola, si relaziona con gli amici, la famiglia, la scuola e il suo ragazzo, ma al tempo stesso deve fronteggiarsi con un disturbo alimentare, l’anoressia. Il racconto è strutturato come un alfabeto: la ragazza parla in prima persona e per ogni parola dell’alfabeto prende una parola della sua vita e relativamente a questa sviluppa una riflessione o racconta un accadimento.
Quello dei disturbi alimentari è un tema delicato. Perché hai deciso di affrontarlo?
Qualche mese prima di partecipare al concorso avevo visto un film che mi aveva molto colpita (To the Bone, Netflix, 2017, ndr). Anche nella mia scuola a volte capita di parlare in classe di questi disturbi. Secondo me, però, è un tema che viene sempre trattato come un tabù. Vedere quel film mi aveva lasciata interdetta perché non tornava con quello che ci avevano sempre detto, che era molto più “rose e fiori”. Allora quando ho partecipato al concorso volevo trovare un tema che mi avesse colpita abbastanza per scrivere le mie riflessioni. Così, nel mio piccolo ho voluto dedicargli un po’ di attenzione.
Ultimamente quello dei disturbi alimentari è un tema caldo. In tanti, ad esempio, puntano il dito contro le “influencer”, che veicolerebbero un’immagine sbagliata del corpo. Tu cosa ne pensi?
I social network in generale non aiutano le adolescenti che devono affrontare la realtà. Instagram, per esempio, è fatto per mettersi in mostra e nessuno mette in mostra le cose brutte e chi è più ingenuo sicuramente potrebbe essere portato a sentirsi inadeguato. Bisogna stare molto attenti, soprattutto le persone che esercitano così tanta influenza.
Pensi di continuare a coltivare la tua carriera da scrittrice?
Mi piacerebbe moltissimo continuare a scrivere e ho intenzione di farlo. Non so se avrò lettori o lo farò solo per me stessa. In futuro ho intenzione di seguire l’università e parallelamente frequentare magari una scuola di scrittura creativa. Devo solo capire in quale università voglio andare!
Cosa vuoi fare da grande?
Hai presente Rosella Postorino, la scrittrice che ha vinto il Campiello adulti? Beh cinque minuti prima di vincere il premio mi ha detto: «Elettra, non si può vivere di sola scrittura!», (ride, ndr) quindi ho capito che non posso fare “solo” la scrittrice da grande. Vorrei studiare Dante e approfondire alcuni temi letterari: siamo fortunati ad avere la nostra letteratura e ho ancora tanto da imparare.